Perché le imprese europee sono meno competitive delle loro controparti americane? Nella nuova intervista LeoniFiles, Carlo Stagnaro ne parla con Alberto Pera, presidente dell’Associazione Antitrust italiana e già segretario dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il problema della dimensione delle imprese europee è una questione ben nota. Una motivazione, che periodicamente riaffiora da diverse autorevoli valutazioni, potrebbe risiedere nell’applicazione troppo muscolare o troppo inflessibile della politica di controllo delle concentrazioni, che pregiudica la nascita di campioni europei in grado di competere per dimensione sui mercati globali

Un’altra, però, può essere ricondotta alla minore partecipazione del mercato dei capitali nel finanziamento delle imprese, ma anche all’impermeabilità tra i segmenti nazionali del mercato unico, che talvolta non consente l’ingresso delle aziende europee in nuovi mercati a causa del doppio binario (comunitario/nazionale) su cui si snoda l’applicazione della disciplina europea.

C’è quindi più un problema di dimensione delle imprese, o di dimensione del mercato? In un contesto di aziende con caratteristiche diverse, che operano in un mercato frammentato come quello europeo, è quindi importante non dimenticare l’altra faccia della tutela della concorrenza: quella di massimizzare le possibilità per l’innovazione e, quindi, per il benessere dei consumatori.

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